Pro Natura si è sempre dimostrato coraggioso nelle sue scelte dell’ “Animale dell’anno”, avendo eletto, in passato, animali quali l’orso, il lombrico, l’orecchione e il rospo ostetrico, tutti animali che rientrano nelle categorie di quelli che, purtroppo, fanno schifo, fanno paura e sono poco amati da molta gente. Quest’anno la scelta cade di nuovo su di un animale poco amato e poco conosciuto, la Natrice dal collare (Natrix natrix).
La scelta dell’animale dell’anno non é casuale, ma viene preferita «un’entità faro» di un ecosistema più vasto. Certo, come tutti i rettili, la Natrice dal collare deve essere tutelata, ma è importante tutelare tutto l’ambiente in cui vive. Siamo per fortuna lontani dal proteggere un’unica specie, dimenticandoci di proteggere l’habitat completo in cui vive… altrimenti sarebbe come voler salvare una farfalla buttando diserbante sulla pianta che nutre il suo bruco.
La Natrice dal collare ha una vita legata agli ambienti acquatici, quali stagni e argini di fiumi e laghi dove trova la gran parte del suo cibo, composto da rane, rospi, tritoni e pesci. Obbiettivamente non è raro trovare questo colubro lontano da specchi d’acqua, specialmente gli adulti, che cibandosi di rospi, magari ne seguono le migrazioni stagionali.
La livrea della natrice dal collare è solitamente grigia con barre trasversali nere (più o meno pronunciate) sui fianchi. Sulla nuca di questo serpente troviamo una banda bianco-giallastra contornata di nero che crea una specie di collare. Va precisato che non tutti gli esemplari ne sono provvisti, per cui si trovano numerosi animali (specialmente femmine adulte) senza questo caratteristico collare.
Come per tutti i serpenti, anche per la natrice dal collare, la migliore difesa è quella di non essere visti. In caso di pericolo solitamente questa biscia, se può, si tuffa in acqua ed essendo una buona nuotatrice vi si immerge.
Se non ha la possibilità di sfuggire la natrice può adottare diversi sistemi di difesa, il primo è quello di spaventare l’aggressore appiattendo la testa, soffiando e fingendo di volerlo mordere con falsi attacchi. Se questo espediente non funziona adotterà un sistema curioso, cioè quello di fingersi morta, aprendo la bocca lasciando penzolare la lingua rivoltandosi sulla schiena.
La frammentazione degli habitat idonei alla Natrice dal collare, che spesso dove spostarsi dalla zona di caccia a quella di deposizione delle uova (mucchi di letame, di fieno o trucioli di legno) crea non pochi problemi, specie se gli ostacoli sono strade oppure se il serpente viene a contatto con esseri umani ignoranti.
Pro Natura, eleggendo questo serpente come animale dell’anno, evidenzia l’importanza di proteggere e tutelare gli ambienti umidi e promuove la creazione di stagni da parte di comuni e cantoni.
Come precisazione personale aggiungo che creare nel proprio giardino uno stagnetto non vuol dire buttarci dentro tre pesci rossi o due tartarughe acquatiche del nord America aspettando di vedere sbocciare una ninfea su cui si poserà un’elegante libellula. La bellezza dello stagno risiede nel poter osservare la fauna e la flora autoctona, le rane che depongono le loro uova, la schiusa dei girini che verranno catturati e mangiati dal ditisco e dalle larve di libellula. Il riposo della Natrice dal collare che si scalda sulle rive dello specchio d’acqua prima di tuffarsi per predare un ranocchio. Questo potente e fragile equilibrio è il bello della natura, in cui tutto è bilanciato.
Grazie anche a Pro Natura, spero che gli ambienti palustri, a torto considerati insalubri, vengano tutelati e valorizzati. Spero anche che avendo un serpente come ambasciatore, si possa migliorare l’immagine di questo gruppo di animali agli occhi della massa.
Questo é il link in cui trovate il comunicato stampa di Pro Natura: http://www.pronatura-ti.ch/specie/2015-natrice.pdf
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