La biscia o natrice tessellata (o tassellata) è il nostro serpente più acquatico. Rive di laghi e argini di fiumi lenti compongono il suo habitat ideale. Questo serpente è riuscito ad adattarsi agli argini artificiali, quelli creati con grandi massi di pietra, in cui trovano rifugio e zone di termoregolazione. Chiaramente la canalizzazione dei nostri corsi d’acqua, la ristrutturazione di vecchi argini e la distruzione di stagni e zone umide compromettono la sopravvivenza della natrice tassellata, privandola del suo ambiente naturale.
Questa biscia non velenosa, che può raggiungere il metro di lunghezza, ha una livrea tendente alle sfumature del grigio (anche se vi sono esemplari giallognoli, rossicci, beige o neri), con la schiena ed i fianchi marcati da motivi trasversali neri o marroni più o meno regolari e marcati. Caratteristico è l’occhio un po’ sporgente e rivolto verso l’alto sulla testa, tipico anche di altri serpenti acquatici.
La femmina depone le uova (anche più di una dozzina) in mucchi di vegetali in decomposizione che assicurerà il calore necessario allo sviluppo dell’embrione. Alla schiusa delle uova, i serpentelli sono autonomi e, se il clima lo permette, si ciberanno qualche volta prima di affrontare l’inverno.
Come detto è un serpente molto legato all’acqua, elemento in cui trova il suo nutrimento, composto quasi esclusivamente da pesce. Spesso possiamo osservare la natrice immersa in acqua, appostata tra i sassi nell’attesa che passi un pesce, che catturerà abilmente. Osservazioni fatte da un mio amico hanno mostrato un tipo di caccia più attiva che l’agguato. Infatti Serge Misslin ha notato che le natrici tassellate hanno trovato il sistema di avvicinarsi ai pesci. Muovendo la testa in un determinato modo, il serpente “imita” le onde create dai pesci (che i pesci percepiscono con un organo sensoriale situato sul loro fianco) e quindi si può avvicinare a pochi centimetri dalla sua preda che crede di avere a che fare con un suo innocuo simile. Penso che questo tipo di predazione sia più osservabile in laghi e acque ferme che non nei fiumi, in cui la tecnica dell’agguato rimane la più pratica.
Per difendersi, la Natrix tessellata, cercherà di intimidirci soffiando rumorosamente, gonfiando il corpo e lanciandosi contro di noi a bocca chiusa, fingendo di morderci (casi di morso da parte di questo innocuo serpente sono molto rari). Se la catturiamo, secernerà dalla cloaca una sostanza maleodorante, il tutto accompagnato da feci, che cospargeranno il suo corpo e le nostre mani…
In casi proprio estremi adotterà la medesima tecnica della Natrix natrix, si fingerà morta.
Fino ad oggi non ho mai veramente cercato questo serpente, ma in primavera andrò a fotografarne alcuni per presentarvi qualche colorazione particolare e qualche foto più dettagliata.
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