I serpenti sono predatori carnivori, le loro prede sono di grandezza proporzionata alla loro mole e spesso composte da altri rettili (come ad esempio lucertole), da roditori, da anfibi, da volatili e da pesci. Alcuni giovani individui si possono pure cibare di insetti e altri invertebrati, dieta che vien spesso abbandonata quando raggiungono una dimensione tale da potersi nutrire di animali più grandi. Alcune specie di serpenti che raggiungono dimensioni ragguardevoli (che vivono in altri paesi e non in Ticino) possono pure cibarsi con prede molto più grandi, come ad esempio caimani o grossi mammiferi. In alcuni habitat estremi alcuni serpenti si sono specializzati con prede particolari o con modi di caccia bizzarri.
Maschio di Vipera aspis atra in fase di digestione.
Mi ricordo di aver sentito parlare di una popolazione di Vipera ursinii che si era specializzata nel morsicare la coda delle lucertole, che per riflesso di difesa la staccavano (autotomia). A questo punto la vipera mangiava unicamente la coda del sauro, lasciandogli la vita salva. È chiaro che in questo caso la vipera non procedeva in questo modo per pietà, ma unicamente perché la lucertola intera risultava troppo grande per essere ingoiata.
I serpenti possono essere divisi in due gruppi distinti sulla base del modo di uccidere le prede. Ci sono quelli che afferrano la preda con le mandibole e poi vi si avvinghiano col corpo per soffocarla, sono detti i serpenti costrittori. Vi sono quelli che morsicano la preda iniettandogli del veleno. Quest’ultimo sistema ha il vantaggio di creare un contatto molto breve tra la preda ed il predatore, evitando al massimo il rischio che la preda possa ferire il serpente difendendosi.
Il veleno iniettato nella preda ha lo scopo di neutralizzarla e di iniziarne la digestione dall’interno, ricordiamoci che il veleno è una saliva modificata che contiene anche moti enzimi.
Alcuni serpenti ingoiano le loro prede senza ucciderle, e questo per un “problema” puramente fisico. Ad esempio la Natrice dal collare (Natrix natrix) non ha i denti per inoculare del veleno, quindi dovrebbe uccidere le proprie prede per costrizione, ma cibandosi principalmente di anfibi e qualche volta di pesci, gli risulta difficile avvinghiarsi attorno ad una preda viscida e scivolosa che non farebbe altro che sguisciargli tra le spire.
Natrice viperina che ingoia un pesciolino.
I serpenti hanno diverse tecniche di caccia, proprie alla loro specie e al tipo di preda di cui si cibano.
Per esempio il colubro verdegiallo è un cacciatore. Questo serpente si sposta e segue le tracce olfattive delle sue prede, si intrufola nelle fessure dei muri, nelle tane dei roditori e caccia a vista, per cui niente di ciò che si muove gli sfugge.
La vipera aspis, al contrario, fa degli agguati. Spesso si apposta in vicinanza dei “sentieri” usati dai roditori per i loro spostamenti e aspetta che uno di loro passi a tiro.
Malgrado la paura che può incutere in fatto di essere morso da un serpente o di essere soffocato dalle sue spire, dobbiamo riconoscere che questo predatore è uno dei pochi che non crea uno spargimento di sangue. Le sue prede sono uccise senza essere sventrate e sono ingoiate senza essere smembrate.
La cosa che sorprende spesso la gente è il fatto che un topo (per fare un esempio) possa essere ingerito per intero da un serpente apparentemente piccolo e magro. Questa prodezza è possibile grazie alla struttura particolare del cranio e della mandibola del serpente e dall’elasticità del suo esofago.
In questa foto si può notare la pelle elastica della parte inferiore della mandibola
In pratica la mandibola inferiore del serpente non è unita centralmente, nella zona del mento, per intenderci, e la pelle sotto il mento è molto elastica. Quando il serpente inizia a ingoiare la preda questi due pezzi di mandibola si allargano per adattarsi alle sue dimensioni.
Queste due mandibole inferiori hanno pure un movimento indipendente, come lo hanno quelle superiori, e questo permette al serpente di trascinare la preda verso il proprio stomaco, mandando avanti, alternativamente la mandibola destra e quella sinistra per poi tirarla in dietro spingendo la preda. Da spiegare è molto più complesso di quel che sembra…
In questa foto possiamo osservare la pelle della vipera abbastanza tesa e la mandibola inferiore allargata.
Una volta la preda ingerita, il serpente risistema le mandibole con un paio di sbadigli e solitamente cerca un posto dove digerire in pace.
Questa foto mostra bene la fila dei denti della mandibola superiore, che aiutano all'ingestione della preda. La zanna velenifera è riposta nella sua guaina di pelle ed è quel rigonfiamento che possiamo osservare subito sotto l'occhio nella bocca della vipera.
In questi casi il serpente cerca un posto caldo per aiutare la digestione e diminuirne il tempo, per questo motivo ogni tanto possiamo osservare dei serpenti ben esposti al sole con la pancia piena.
Giovane femmina di Vipera aspis francisciredi in fase di digestione, si nota bene il rigonfiamento del suo stomaco.
I succhi gastrici dei serpenti sono molto potenti e digeriscono quasi integralmente la preda, ad eccezione dei peli e delle unghie, ma le ossa vengono digerite.
Spesso per pudore o vergogna la gente non osa chiedere come sono fatti gli escrementi dei serpenti… ecco qualche esempio…
Escremento di vipera
Sono composti, come detto, principalmente dai peli della preda, da sostanze di scarto e da una seconda parte bianca o giallina, che possiamo definire come un concentrato di urina.
Escremento di pitone
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