Dopo un periodo di ibernazione, finalmente riesco ad aggiornare il
blog con un articolo invernale!
Questa volta voglio farvi conoscere come viene rappresentato il
serpente in alcuni tappeti.
Di seguito parlerò di tappeti tribali, decorati principalmente con dei
disegni geometrici, in cui l’artigiano ha potuto esprimere, per motivi
culturali o estetici una sapiente arte nascosta nel profondo del suo
essere.
Tappeto Kazak Borchialou, Caucaso, XIX° secolo.
Se un occhio attento e curioso scruta un tappeto tribale ha
indubbiamente visto che oltre a dei medaglioni e a delle figure ampie,
questi manufatti sono cosparsi da innumerevoli piccoli simboli.
Tappeto Kuba, Azerbaijan, inizio del XX° secolo.
Tutti gli elementi decorativi dei tappeti tribali hanno delle origini
antichissime, addirittura risalenti alla preistoria. Molte etnie che
conducono una vita prettamente legata ed influenzata dagli
avvenimenti climatici e dalle insidie quotidiane che una vita rurale
porta, hanno sviluppato delle credenze di stampo sciamanico.
Sumak Shahsavan, Caucaso, inizio del XX° secolo.
Per le popolazioni nomadi e rurali dove è diffusa l’usanza di annodare
tappeti, questi ultimi erano degli ottimi messaggeri che fungevano da
ponte tra gli uomini e le divinità, per cui molte decorazioni che
riscontriamo su questi manufatti, e che a noi hanno un valore
unicamente decorativo, avevano in realtà una capacità protettiva
o propiziatoria. Tutti questi simboli, col passare degli anni, delle
conquiste, della sedentarizzazione e della conversione ad altre
religioni, sono stati usati per perpetrare in modo celato un culto
ormai proibito, e nei giorni nostri per puro estetismo ormai
privo di significato.
Beloutch, Iran, XIX° secolo.
Tra tutti i simbolini annodati ne spicca uno presente in molte culture:
la “S”.
Ritroviamo questa esse sul campo, sola o accompagnata; la vediamo
mentre si concatena con altre esse nelle bordure minori; la
riconosciamo per la sua semplicità o la indoviniamo mentre è
leggermente elaborata ma mantiene comunque una forma serpentina.
Questa “S” è l’estrema stilizzazione del serpente.
Presso molte popolazioni primitive il serpente, strettamente
imparentato col drago, ha un valore simbolico legato all’acqua,
quindi alle nuvole, alle piogge, ai fiumi (serpeggianti),…. L’acqua è
fondamentale per la vita di tutti, ed è quindi logico che popolazioni
strettamente legate e dipendenti dai fenomeni meteorologici (siccità,
alluvioni, ecc.) cercassero di avere i “favori” della divinità responsabile
dell’acqua rappresentandola nel loro strumento espressivo più caro
e prezioso.
Bordura a "S" in un tappeto Kazak, Caucaso, inizio del XX° secolo.
Tappeto Gaziantep, Kurd, Turchia, XIX° secolo.
Bordura a "S" in un Mahal, Iran, XIX° secolo.
Yomud, Turkmen, inizio del XX° secolo.
Tappeto Zakatal, Azerbaijan, XIX° secolo.
Turkmen, tecnica kilim.
Tappeto Lenkoran, Caucaso, XIX° secolo.
Vale sicuramente la pena dare un’occhiata a questo mio articolo
precedente in cui parlavo di antichi culti legati al serpente: qui.
Tappeto Qas'Qai, Iran, XIX° secolo.
Dare una lettura certa a questi simboli tribali presenti nei tappeti turchi, persiani, kurdi ecc. è praticamente impossibile a causa della tradizione tramandata oralmente da generazione a generazione; dall’oppressione subita da questi popoli che ha portato al loro annientamento fisico, mentale, culturale e religioso; all’origine remota, forse risalente al neolitico, delle loro conoscenze e tradizioni.
Tappeto Ersari Beshir, Turkmen, XIX° secolo.
E’ comunque bello poter interpretare questi simboli e dare un libero sfogo
alla propria mente cercando di carpire un senso, un significato ormai
perso per sempre nella notte dei tempi.
Ringrazio il negozio STORICA di Lugano per avermi messo a disposizione e permesso di fotografare parte della sua collezione.
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