La natura non deve limitarsi a severi concetti biologici, ma deve lasciare, a volte, trasparire l’emozione.
Nelle seguenti righe non vi presento Vipera ammodytes, ma cercherò di esprimere l'emotività di questo incontro.
Vipera ammodytes ruffoi, sottospecie non più riconosciuta e assorbita dalla nominale, ma i nostalgici e i sentimentalisti, per designare le vipere dal corno della zona di Bolzano, usano ancora il termine di ruffoi, quindi non arrabbiatevi se spesso le nominerò amichevolmente col nomignolo di ruffoi.
Tali animali, fondamentalmente, si differenziano poco da quelli che si possono incontrare in Friuli. Un corpo dal colore grigio chiaro, a volte quasi bianco, percorso da un prepotente zigzag scuro che corre su tutta la lunghezza della schiena. Sulle femmine il motivo dorsale è un po’ più tenue.
Se nel Friuli gli habitat sono cosparsi da pietre calcaree bianche, che giustificano una colorazione del genere, nella zona di Bolzano ci si trova sul porfido, rosato-violaceo… Il ciottolato che calpestiamo in molte città, tanto per intenderci!
Nelle sassaie ai margini del bosco, dove la vipera vive, i licheni chiari coprono parte delle pietre, le foglie secche, sbiadite dalla pioggia e dal sole, si accumulano tra le rocce… da qui il mimetismo vincente della ruffoi.
Negli anni passati ero stato un paio di volte nella zona con la speranza di osservare questo elusivo serpente, senza successo. Si parla di una rarefazione della specie causata da terrariofili che negli anni 70-80-90 si recavano nei loro habitat per catturarle…forse una cattiva conoscenza delle abitudini di questo serpente sommati ad una conformazione poco gradevole da percorrere e difficile-pericolosa da visitare fanno si che non venga osservato con abbondante regolarità.
Questa primavera ci ho ritentato in compagnia di un amico, Luca Cavigioli. La ricerca è stata intensa, abbiamo percorso svariate centinaia di metri di pietraie, cercando di capire come “funzionano” questi animali, cercando il microhabitat che ci pareva più idoneo…ma come dicevamo tra di noi… ragioniamo come delle "aspis alpine"…e forse tali concetti non sono applicabili alle "ammodytes di Bolzano".
Poi ad un tratto, mentre eravamo stanchi per le lunghe camminate che ci portavano nelle pietraie potenzialmente favorevoli e affaticati dall’esplorazione di tali habitat, demoralizzati e ormai poco fiduciosi, Luca scorge un giovane maschio… l’impatto è notevole, un corpo bianco con motivo dorsale nero. Lo ammiriamo, contenti di avere avuto il privilegio di incontrare un animale così bello, elegante, elusivo e fiero. La soddisfazione è stata enorme ed eravamo pienamente appagati.
Questo primo incontro ci ha illuso, ci siamo detti che ora che avevamo avuto la fortuna di imprimere la bestiola nella nostra testa sarebbe stato più facile scorgerne altre…. Ma eravamo pure coscienti che il fatto di averne vista una era già molto…che il viaggio era stato coronato alla grande!
L’energia ci è quindi tornata e abbiamo percorso altre pietraie dove ad un certo punto un secondo maschio di Vipera ammodytes ci osserva. Due ruffoi nel giro di poche ore! Siamo entusiasti, osserviamo questo animale, ne ammiriamo le sfumature rosate dei fianchi, il colore dell’occhio che si sfuma, dettagli quasi impercettibili che possono essere colti solo una volta che si è superato l’impatto del disegno nero che spacca il candore del corpo. Mentre fotografiamo questa vipera, un bel maschio chiaro di ruffoi, probabilmente alla ricerca di una femmina, striscia a pochi metri da noi! Siamo increduli!
Il giorno dopo ripartiamo a percorrere le pietraie con l’idea di osservare altre vipere, magari una femmina, se c’è fermento tra i maschi, probabilmente le femmine sono poco lontane. Ore di pietraie infruttuose… quando ad un tratto ci si materializza una vipere davanti ai piedi. Malgrado la loro colorazione apparentemente spavalda, sono difficili da individuare nell’ambiente e si fanno vedere solo se si ha la fortuna di passare gli occhi su di loro.
Dopo alcuni scatti a questo quarto maschio di ruffoi, decidiamo di sostare un po’ nei pressi del luogo in cui abbiamo visto il giorno precedente il maschio che circolava sui sassi. La nostra speranza è di osservare un comportamento interessante, un incontro tra maschi, un accoppiamento, ma anche semplicemente un altro individuo. La quiete di queste pietraie isolate ci regala la visita di una martora…. Lei è arrivata a 5 metri da noi, ci ha guardato un po’ perplessa e sorpresa prima di sparire fulminea nella boscaglia… una incontro veramente particolare!
Dopo alcune ore il bel maschio ruffoi del giorno prima si rifà vedere poco lontano da dove lo avevamo incontrato in precedenza, lo ammiriamo di nuovo per qualche minuto prima di abbandonare le pietraie, colmi di emozione per avere avuto il privilegio di incontrare questo serpente quasi leggendario! Malgrado queste osservazioni, siamo coscienti di non aver capito a fondo queste vipere che saranno sempre accompagnate da un alone di mistero. Sono delle “semplici” Vipera ammodytes ammodytes…con una parte di mistero, che le rendono… ruffoi.
Vi lascio qualche fotorafia di questi splendidi animali:
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