Maggio e giugno, i mesi dove le temperature sono contrastanti e dove c’è un po’ di pioggia é il periodo in cui la natura ha un’esplosione di vitalità. Vegetazione e animali si danno un gran da fare per svilupparsi, accoppiarsi, alimentarsi ecc. Se a basse quote devono prepararsi a mesi torridi dove di giorno ci si imboscherà, a quote più elevate sfruttano questi attimi di caldo, non sempre eccessivo, per compiere il loro ciclo e riuscire a terminarlo prima che il freddo troni…e il fresco potrebbe tornare già a fine agosto con le prime piogge e raccorciare la stagione attiva.
Un giro a quote medie, in habitat frequentati da marassi (Vipera berus), mi ha permesso di osservarne alcuni, il primo è un piccolo nato l’autunno precedente, mentre le altre due sono femmine adulte:
A quote più basse, un biacco (Hierophis viridiflavus) si scalda tra rami secchi, dove sfrutta il sole che filtra tra la vegetazione senza esporsi eccessivamente:
Nel medesimo tipo di habitat è possibile osservare anche la vipera comune (Vipera aspis francisciredi), nella prima immagine il ritratto di un maschio, mentre nella seconda una femmina:
Ho tentato di risalire in quota per osservare i marassi (Vipera berus), sperando di vedere dei corteggiamenti e degli accoppiamenti. Purtroppo le osservazioni che ho fatto di questi comportamenti non mi hanno permesso delle foto, ma è sempre magico poter assistere a questi momenti di vita. Nelle foto seguenti due femmine, un maschio e un piccolo nato l’anno precedente:
Vipera berus è un serpente adatto a vivere in ambienti freschi. Non è raro osservare questo serpente termoregolarisi con meteo "cattiva" dove il sole viene filtrato dalle nuvole o dalla nebbia. Per sfruttare al massimo questo fievole calore solare, Vipera berus appiattisce il proprio corpo. Probabilmente il corpo più sottile, con una superficie esposta maggiore, rende più rapido il raggiungimento della temperatura corporea desiderata.
Nelle due immagini seguente questo comportamento é ben visibile:
Questa lucertola muraiola (Podarcis muralis), una femmina pronta a deporre le uova, adotta il medesimo stratagemma, appiattendosi su una roccia tiepida in una giornata coperta:
Un giro alla ricerca di Vipera aspis atra mi permette di osservarne un paio, la prima è un maschio, mentre la seconda una femmina:
Ma le basse quote nascondono un pericolo insidioso e molto fastidioso… le fottute zecche…
Non che io voglia essere allarmista, ma queste sopra sono quelle che ho raccolto dai miei pantaloni in 4 km di passeggiata a quota 1000-1200 metri…quindi opterò per girare a quote maggiori dove questi animali sono assenti o meno virulenti!
Finalmente incontro anche il primo colubro liscio (Coronella austriaca) dell’anno…ci sono anni in cui ne vedo molti, mentre quest’anno non avevo ancora avuto la fortuna di individuarne uno:
L’unione tra insetti e fiori porta a piccoli capolavori della natura:
Per cambiare un po’ clima e habitat mi son fatto un paio di giri nel canton Uri dove ho potuto osservare diversi marassi (Vipera berus). A nord delle Alpi la Vipera berus è un po’ diversa di quella che si osserva in Ticino, appartiene ad un clade diverso, un ceppo diverso, dato dalle travagliate ere glaciali e post-glaciali che hanno separato le popolazioni di molteplici animali e piante dando nascita a caratteristiche diverse.
Vipera berus maschio.
Sopra e sotto Vipera berus femmine, da notare la livrea splendida di quella in basso, con quella linea dorsale chiara.
Sopra e sotto Vipera berus maschi, da notare la diversità tra quello dai colori eclatanti sopra e quello piuttosto scuro nelle due immagini sotto.
La flora alpina ha il suo fascino e in questo momento è rigogliosa:
Dactylorhiza sambucina
Pseudorchis albida
Pinguicula alpina e Drosera rotundifolia, piccole piante carnivore.
La migliore difesa del serpente è il suo mimetismo, la sua capacità a fondersi nell’ambiente, e questo anche se a volte la sua livrea, apparentemente, non sembra delle migliori per farlo. In un cespuglio di mirtillo uno immaginerebbe bene un serpente verde che si fonde nel verde delle foglioline piuttosto che un serpente nero…eppure col gioco delle ombre, del riflesso dei raggi solari sulla pelle del serpente e delle foglie, del modo in cui l’animale si posiziona, anche un serpente nero in mezzo al verde non è sempre facilmente identificabile.
Qui sotto una serie di immagini dove si riesce ad individuare il serpente amalgamato al suo ambiente:
Vipera aspis atra, sopra e le due immagini sotto.
Sopra una Vipera berus totalmente esposta in una fresca mattina umida, mentre nelle quattro immagini sotto Viper aspis atra in varie situazioni, chi più nascosto e chi meno:
L’orbettino (Anguis veronensis) è sempre un animale piacevole da incontrare, qui sopra un grosso maschio e sotto il primo piano di uno più giovane che estroflette la lingua per raccogliere molecole olfattive e capire cosa succede attorno a lui. Nella foto si nota bene che la lingua dell’orbettino è più massiccia e la biforcazione meno netta ed estesa che non nei serpenti. Come per altre lucertole, anche l’orbettino per tirare fuori la lingua deve aprire la bocca , ciò che invece non avviene nei serpenti che sono provvisti di un foro che facilita l’entrata e l’uscita della lingua dalla bocca.
Philaeus chrysops, sopra un maschio dai tipici colori sgargianti e sotto una femmina ben più discreta.
Vanessa (Aglais) urticae
Sopra una coppietta se la spassa mentre il Parnassius apollo nella foto sotto appare un po’ sciupato!
Per sfuggire alle zecche e al caldo, e per capire se vi fosse una grande differenza nel ciclo annuale delle vipere che vivono a quote diverse mi sono spinto attorno ai 2000 metri dove l’anno scorso avevo già osservato qualche individuo di sfuggita. Ho osservato una gran maggioranza di femmine e tutte quante in fine ciclo di muta oppure appena mutate, quindi abbastanza in linea con quel che avevo ipotizzato, quindi un leggero “ritardo” in confronto a quelle osservabili a 400-500 metri più in basso. Non son rimasto comunque sorpreso nell’osservare una grande presenza di individui melanotici, cioè con forte pigmentazione nera, anche se a quota 2200 metri ho potuto osservare una giovane femmina dalla livrea più classica, il che indica che la vita lassù non sia impossibile!
Vi lascio qualche immagine delle Vipera aspis atra osservate in quella occasione:
Sopra e sotto giovani femmine osservate attorno a 2200 metri di quota.
Termino questa passeggiata virtuale con l’immagine di questa splendida femmina di Vipera aspis atra osservata a qualche centinaio di metri dalle due precedenti.
Ogni vipera è bella, ognuna ha le sue caratteristiche… alcune hanno però una livrea che esteticamente colpisce e la rende più bella…ma il bello e il brutto sono molto personali!
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