La posizione geografica della Turchia fa sì che il suo territorio funga da ponte tra Europa ed Asia. Non sorprende quindi poter osservare, in certe zone della Turchia, animali e piante a noi famigliari, magari leggermente diverse, ma non molto. L’estremo est del paese è poi unito al Caucaso, altro grande bacino che potremmo considerare un fratello lontano delle Alpi, ben diverso della parte mediterranea.
Le vipere rientrano tra questi organismi che hanno saputo adattarsi alla parte mediterranea come pure a quella montana…se pensiamo alla Vipera transcaucasiana molto simile a Vipera ammodytes oppure al complesso gruppo delle Vipera kaznakovi e ursinii, con parenti più o meno stretti, presenti poco lontano da noi.
Tra le vipere che mi hanno sempre affascinato ci sono le Montivipera, possenti serpenti le cui diverse specie si ripartiscono già a partire dalle isole greche, transitando per la Turchia per raggiungere l’Armenia, l’Iran e il Libano.
Quando l’amico Michaël mi ha parlato della sua intenzione di andare sui monti Tauro per osservare la Montivipera bulgardaghica, un sogno che aveva da anni, ho accettato di accompagnare lui e l’amico Valentin senza grosse esitazioni.
Come diventato prassi oggi, le varie ricerche scientifiche faticano ad accordarsi sulla classificazione definitiva delle vipere, quindi la posizione di specie e sottospecie nel complesso Montivipera wagneri-albizona-bulgardaghica è ancora da confermare. Io per praticità e idealismo separerò Montivipera bulgardaghica da Montivipera albizona.
La prima è caratterizzata da una colorazione del corpo chiara con un motivo dorsale grigio o nero, mentre la seconda presenta generalmente vistosi occhielli marroni contornati di scuro su di un corpo grigiastro.
È possibile che la distribuzione di Montivipera bulgardaghica porti gli individui più vicini alle aree dove è presente Montivipera albizona ad avere delle colorazioni simili a quest’ultima, magari anche per via di ibridazioni o per motivi ambientali, in cui la colorazione con buoni accenni di bruno è favorevole. Studi futuri ce lo diranno, forse!
Per chi vuole approfondire il discorso consiglio la lettura di questa ricerca:
L’incontro con Montivipera bulgardaghica mi ha sorpreso parecchio…mi aspettavo ad animali relativamente grandi ed aggressivi… invece la maggior parte degli individui osservati raggiungevano dimensioni al di sotto dei 60 cm e la loro indole è stata generalmente molto placida e tranquilla. C’è da dire che la zona dove ne abbiamo osservate parecchie è situata attorno ai 1800 metri di quota, in un ambiente piuttosto spoglio, fresco ed umido. Se dovessi paragonare l’habitat con quelli più famigliari che conosco in Ticino, direi che mi sembrava di cercare Vipera berus.
Probabilmente a quote più basse, il clima più mite e la possibilità di alimentarsi con prede composte da micromammiferi, permette a questa vipera di raggiungere misure più grandi. Sfortunatamente in quelle zone più calde non ne abbiamo osservate.
Una scappata più ad est ci ha permesso di incontrare Montivipera albizona in habitat situati attorno ai 1000 metri, ambienti caratterizzati dall’attività umana che sfrutta le zone per coltivare cereali. Le Montivipera albizona avvistate avevano dimensioni ragguardevoli, forse grazie ad un clima più caldo e alla presenza di roditori che immancabilmente sono presenti nei campi.
Dopo questa introduzione lascio spazio ad alcune fotografie, iniziando coi paesaggi e foto varie:
I cedri, scolpiti dalle intemperie, hanno un portamento che incute rispetto.
La Lycosa é ben ripartita in molti habitat, dove si intuisce la sua presenza osservando i buchi scavati dal ragno per rifugiarsi. Quello sotto ha sfruttato il buco presente in una pietra.
Oltre ad altri ragni, farfalle e uccelli, la presenza delle cavallette é abbondante.
Sopra degli uccellini mimetizzati nei cespugli mentre sotto credo sia un capovaccaio (Neophron percnopterus).
La Montivipera albizona é generalmente caratterizzata da un colore del corpo grigio su cui spicca un motivo dorsale marrone ocra bordato di nero. I maschi tendono a diventare più scuri con l'età.
Gli individui delle foto sopra e sotto sono dei maschi adulti, il secondo dalle dimensioni ragguardevoli, probabilmente un animale di una certa età.
Sotto una femmina, che lascia ben vedere una livrea meno scura e su cui spiccano le marcature chiare tra gli occhielli dorsali.
Michaël et Valentin, ottimi compagni di viaggio, appassionati di serpenti e ottimi osservatori della natura.
La sera un po' più allegri che non al mattino!
Qui sopra, in compagnia di un giovane pastore incuriosito dal nostro accampamento, ci ha permesso di conoscere meglio i Kangal, famosi cani da pastore d'Anatolia, molto più affettuosi di quel che credevo.
Sotto... subito dopo aver spinto l'auto impantanata nella pozzanghera!
Le tartarughe sono presenti dalle pianure fino a quote che non credevamo, attorno ai 1800 metri. La specie dovrebbe essere Testudo graeca ibera.
Sopra un Bufo viridis, sotto probabilmente Lacerta trilineata (da verificare) e seguono altre lucertole che classificherò col tempo.
Termino la serie delle lucertole con un giovane di Pseudopus apodus, una specie di grosso orbettino dallo sguardo turbante.
Sugli altopiani e nelle vallate abbiamo osservato dei campi in cui si coltivano dei cereali e altri campi in cui le spighe sembravano selvatiche. Se si pensa che le civiltà neolitiche hanno "addomesticato" i cereali in questi territori, queste piccole spighe assumono un valore più profondo.
La ricerca di Montivipera bulgardaghica, come per gli altri serpenti, richiede una certa pazienza e calma. Sono animali schivi e timidi che preferiscono non essere visti, quindi é facile passarci accanto senza notarne la presenza. Qui sotto tre esempi di come si espongono, in base alle temperature, all'umidità e al loro microhabitat, possono scegliere zone di termoregolazione diversi.
Qui sotto un breve filmato con una veduta sugli habitat:
Cercando vipere chiaramente abbiamo incrociato altri serpenti. Avrei creduto di vederne molti di più, invece sorprendentemente ne abbiamo osservati pochi.
Platyceps collaris
Sopra una piccola di Coronella austriaca e sotto un giovane di Dolichophis.
A molti sembrerà strano l'entusiasmo per aver osservato Montivipera bulgardaghica. Ha una colorazione poco appariscente... nella carrellata seguente, all'occhio poco attento potrebbero sembrare tutte uguali, ma in realtà ognuna ha qualche cosa di molto personale e diverso delle altre.
Inizio con le femmine osservate che presentano una livrea piuttosto spenta in quanto non avevano ancora effettuato la muta primaverile.
Se non mi sono incasinato con le foto, ogni immagine ritrae una vipera diversa.
Come per altre Montivipera, trovo che i piccoli siano particolarmente minuti se li paragono a certi altri neonati di serpente. Nella foto seguente un piccolo, nato probabilmente nell'autunno scorso, messo a confronto con un accendino di 6 centimetri.
I maschi di Montivipera bulgardaghica osservati sono stati meno numerosi delle femmine. Probabilmente avevano già concluso il loro periodo degli amori, quindi erano piuttosto discreti e rintanati. Contrariamente alle femmine, i maschi appena si attivano dopo l'inverno, cambiano pelle, quindi abbiamo potuto osservare degli individui splendidi.
Mi ha sorpreso osservare come questo maschio, nella foto sopra, appiattisse il corpo per scaldarsi in una fredda mattina. Questa tecnica é ben conosciuta e molto adottata da Vipera berus, anche lei ben adattata a vivere in ambienti freschi, ma non avrei pensato di osservare la medesima strategia in Montivipera bulgardaghica.
Sotto, probabilmente il maschio più caratteristico che abbiamo visto. Il corpo é molto chiaro e i motivi dorsali sono relativamente piccoli e irregolari, una vera bellezza.
Termino con la foto di questo maschio che sembra perso nei suoi pensieri mentre contempla la sua valle. L'augurio é che questi ambienti possano rimanere tali: praterie costellate di ginepri, cedri secolari, pecore, capre e pastori che sembrano arrivare dal passato anche se hanno il telefonino in tasca, e soprattutto che ci sia sempre uno spazio per le Montivipera bulgardaghica!
Copyright © Grégoire Meier 2021. Tutti i diritti sono riservati. È vietata la riproduzione, anche parziale dei testi e delle foto.