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28 aprile 2009 2 28 /04 /aprile /2009 17:27

Questo capitolo è un po' spinoso… con l'interpretazione che darò, rischio di urtare certe persone, ma mi limiterò ad analizzare i fatti, senza criticare o portare un giudizio sulle convinzioni altrui.

 

La dualità naturale dei serpenti (velenosi/non velenosi, ovipari/ovovivipari, aggressivi/inoffensivi, terrestri/acquatici) ha influenzato anche la sua simbologia.

In culture in cui il serpente ha un ruolo positivo gli si attribuisce, sotto un'altra forma, anche un ruolo negativo. Dobbiamo assimilare alla figura del serpente anche altri animali a lei collegati come ad esempio i draghi, le lucertole, i coccodrilli e altri rettili.

Presso i popoli precolombiani delle Ande, la Pachamama (la terra), poteva prendere le sembianze di un enorme drago e muovendosi, creare dei terremoti e delle eruzioni vulcaniche.

Nella Grecia antica molti mostri leggendari, nemici dei più popolari eroi, avevano delle componenti fisiche appartenenti al serpente.

Alcune popolazioni africane credono che i serpenti siano i messaggeri della morte.

In tutte le culture citate sopra, c’era dunque un serpente “buono” ed uno “cattivo” ed ambedue erano fondamentali all’equilibrio del mondo e dell’uomo.

 

Serpente-drago in ferro battuto, Ticino(?), XIX° secolo(?)


La gran parte delle religioni monoteiste hanno invece "demonizzato" la figura del serpente per eradicare le religioni che hanno soppiantato.

Ricordiamoci che in molte culture il serpente simboleggiava l'acqua, la conoscenza, la guarigione, il tramite con gli dei, la fertilità unita alla Dea Madre. Tutte queste divinità legate alla natura andavano in contrapposizione con la figura di un Dio assoluto ed onnipotente.

La religione cristiana è un ottimo esempio di questa trasformazione.

Nella Genesi si parla ancora di una figura di serpente "positivo", anche se avverso ad un serpente messaggero di Dio e punitore.

L'episodio è quello in cui gli israeliti, persi nel deserto del Sinai, si ribellano a Dio mettendo in discussione i suoi poteri. Come tutta risposta ricevettero dei serpenti per punirli, e Dio ordinò a Mosé di creare un'effige di serpente in rame, che permettesse di proteggere e guarire dai morsi dei rettili velenosi chiunque lo guardasse pentendosi sinceramente per la propria incredulità.


 Adamo, Eva ed il serpente nell'Eden, secondo Albert Dürer
 

L'episodio, nella nostra cultura,  che invece fu fatale al serpente è quello di Adamo ed Eva.

In quella parte della Genesi viene detto che il serpente convinse Eva (che poi convinse pure Adamo) ad addentare il frutto proibito che cresceva sull'albero della conoscenza del bene e del male. Dio si infuriò parecchio, infliggendo il suo duro verdetto: la donna partorirà con dolore e sarà nel potere dell'uomo; l'uomo dovrà lavorare duramente la Terra per sfamarsi; il serpente sarà odioso e maledetto tra tutti gli esseri viventi. Come se non bastasse gli fu anche inflitto la pena di dover strisciare sul petto e mangiare polvere ed avere inimicizia con la donna.

Non voglio creare polemiche… ma evidentemente queste storie sono state scritte da chi temeva il primordiale culto della Dea Madre che si unisce al serpente e di tutte le società matriarcali.

Se prima avevamo una cultura in cui la terra era vista come la Madre fertile, posta allo stesso livello della natura, simboleggiata col serpente, visto come l'acqua, il “fertilizzatore”, ora siamo di fronte ad una cultura in cui sia il serpente che la donna sono demoniaci ed impuri, su cui Dio veglierà per far si che non simpatizzino mai più.

sess 0381 copia

La Vergine che schiaccia il serpente.

 

 

 

Copyright © Grégoire Meier 2009 . Tutti i diritti sono riservati. E' vietata la riproduzione, anche parziale dei testi e delle foto.

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F
Archeologia del mistero (2014) Al matematico Odifreddi<br /> <br /> I. Ipotesi sulla non creazione di Eva<br /> <br /> L’Uomo Erectus, nato in Africa un milione di anni fa, fu il vero padre ancestrale dell’Uomo Sapiens. L’Uomo Erectus possedeva una costola mobile, cioè delle reni, in più del Sapiens. Egli usò il fuoco. Anche l’uro, “bos primigenius” dipinto anche a Lascaux, possedeva una costola in più del dio toro, un dio non ancora antropomorfizzato a livello psichico. Il Sapiens, ossia Uomo di Cro-magnon, vero portento nella caccia, però, visse per un po’ a contatto con quello di Neanderthal, un antropofago per lo più europeo, dal carattere sessuale più libero, dicono i paleontologi, e che tingeva di ocra rossa i morti e decorava le salme con fiori in caverne dei Monti Zagros, tra Iraq ed Elam. Io suppongo che Lilith, come demone biblico, in vero fosse un Neanderthalensis e che mal si accoppiava col Sapiens. Quando, poi, in rito sciamanico, e dopo una sonnolenta glaciazione, nella primitiva tribù umana si volle paragonare a forza vitale una rara bellezza di Sapiens Sapiens, cioè Eva, prodotto di una mutazione, si disse che essa nacque da costola di un Uro/Adamo. Ciò parrebbe molto strano, ma io inviterei ad osservare le corna di bovide che sormontano l’uomo raffigurato seduto di fronte a una donna nel cosiddetto Sigillo della Tentazione, ritrovato in Iraq, dove compare sia un albero dai bei frutti che il serpente: fin dagli inizi della storia vi è una simbiosi tra l’uomo e un simbolo di potenza animale. Eva, come nome ebraico, è l’onomatopea del vagito, per questo è detta la Vita. Una domanda: se nella Sacra Bibbia di Eva ce n’era una sola, come mai quell’omicida patentato di nome Caino vi trovò moglie, nell'iranico Paese di Nod? Il nome Caino indica un fabbro e i primi siti dov’era praticata la metallurgia nella storia sono attestati in Iran, proprio dove egli fuggì.<br /> <br /> <br /> <br /> II. Sul mitico serpente<br /> <br /> Il serpente, collegato a misterico matrismo (non proprio un matriarcato), alla trasmigrazione delle anime, e studiato anche dalla Gimbutas, comparve in certe statuette in terracotta a somiglianza umana, di esseri nudi, a El Obeid, nel quattromilaseicentocinquanta a. C. (confronta data con l’inizio del calendario ebraico!). Il serpente prese ad essere adorato anche in Egitto tra i primi coltivatori di frumento, ed essi ebbero contatti coi primi mesopotamici, osservati certi manici ben lavorati di coltello in pietra. Il periodo di El Obeid accadde prima dei Sumeri, i quali non erano originari della Mesopotamia: insediativisi, canalizzarono la regione e vi fortificarono città-stato. El Obeid è una località presso l’antica Eridu; allora, sorgeva presso il mare, il Nar Marattu, ovvero Il Mare Orientale degli Accàdi. Anche in Oriente vi è un fiume che ci ricorda la lingua mesopotamica di Sargon di Akkad: l’indiano Narmada. Da non soltanto vasi del Belucistan, raffiguranti estinti bovidi, ma anche da tavolette in cuneiforme di antiche città della Babilonia noi sappiamo degli scambi marittimi con quel subcontinente asiatico. Esistevano, infatti, delle bulle in terracotta che contenevano allora gettoni e sigilli di vario genere per gli scambi commerciali e su questi spicca una specie di zebù. Ancora i segni dei sigilli della valle dell'Indo non sono stati decifrati, benché a mio avviso la parola dio sia una ruota e non dissimile dal raggiante "dinghir" sumerico-babilonese. Una domanda: se le statuette ofidie di El Obeid si ricollegano idealmente alla cosiddetta Tentazione, da chi furono scacciati quegli adamiti, dagli angeli o dai Gutei calati dai Monti Zagros? Forse dai topi, come accadde, poi, a suo tempo a esercito assiro? In questo caso, però, benché la Bibbia dica che l’assiro si ritirò dal campo di battaglia a causa di un angelo, non così è scritto in certi documenti in cuneiforme. Il non lontano giardino di Gu.edin.nah, sito tra le città di Umma e Lagash, un tempo era paradisiaco e fu persino proiettato in cielo come costellazione rintracciabile in Pegaso.<br /> <br /> <br /> <br /> III. Sulla Sfinge di Giza e una dissertazione sull’Esodo<br /> <br /> C’è un particolare nella Tavolozza di Narmer (protodinastia egizia, 3200 a.C., Museo delle antichità de Il Cairo) sfuggito all’esame degli esperti. Su una sua faccia, e lì dove Narmer indossa la corona bianca, ben si nota il falco solare sul corpo, come insabbiato, di un’asiatica sfinge coronata da steli di papiro. Stesso copricapo egizio, persino la barbetta poi perduta dalla Sfinge di Giza. Secondo me, essa era la base scultorea per la Sfinge di Giza e la sua testa venne riscolpita all’epoca di re Chefren, mentre gli arti di leone le furono aggiunti scavando alla sua base, ma la sua fattura è chiaramente più antica e appartenente al Popolo del papiro, quello che la Bibbia chiama Misraim. Ma Misraim non è Misri, l’Egitto predinastico non è il dinastico! Se, peraltro, osserviamo la storia dell'Egitto per come ci viene descritta da reali documenti, possiamo individuare persino il vero faraone dell'Esodo biblico in Amenofi II, figlio del valoroso Thut-mosi III, quello di 17 campagne belliche contro il Popolo di Mitanni per la conquista di Meghiddo, in Palestina. Secondo l'archeologo Gardiner, durante la seconda spedizione il suo dio Amon circondò i nemici con larghi fossati di fiamme e fumo: che ciò siano le famose colonne di fuoco con cui si annunciava il dio israelitico non mi par dubbio, ma da parte di astrofisici e alcuni archeologi molto noti, come il Di Cesare, ciò è riconducibile a un impatto meteoritico che causò la caduta di antiche civiltà, come in Mesopotamia così altrove. Di sicuro un meteorite si trova nella Ka’ba della Mecca. Certo, questioni astrofisiche, come eclissi di luna, registrate dagli antichi spostano datazioni di certi eventi. Stando così le cose, primo: Abramo, come patriarca, aveva avuto una schiava egizia di epoca hyksos, dunque fu vissuto all'epoca di Hammurabi di Babele (non di Babilonia, che è una regione!) e di Ariok di Ellasar, ovvero Rim-Sin, re di Larsa, e di Kedorlaomer, alias Kudur-Lagamar di Elam (chi cerca trova un bel libro di Arborio Mella); secondo: Gerico fu, invece, presa e incendiata solo ai tempi di Ekh-en-Aton, e lo fu a causa dei Habiru (come già sosteneva Sigmund Freud in uno dei suoi saggi psicoanalitici su Mosè, e anche un dimenticato Sir Marston), quindi ai tempi di rilassatezza politica, non essendoci ignoto che molto più tardi Ramesse II si recò in Galilea, nel 1272 a. C., mentre più a Nord proprio la città di Gerico era vuota e deserta da molto, molto tempo. E c'è da chiedersi come mai la Bibbia (pare che re Giosìa, poi ucciso in battaglia da faraone, ne abbia trovato una versione nelle profondità segrete del Tempio di Salomone. Chissà se la adottò come testo ufficiale!) ci descriva cose in altra maniera. Cosa si vuole forse nascondere, che Ramesse II, anni dopo la battaglia di Qadesh, fece un'alleanza di mutua assistenza con gli Ittiti anatolici e che essi si divisero tutti i terrritori e i gruppi umani nelle terre di mezzo? Di certo Mer-en-Ptah, successore al trono di Ramesse II, disperse tribù ribelli nel deserto, e tra di esse vi cita una tribù di nome Israele, non già quel futuro regno. La notizia di ciò fu scolpita sulla stele nera guarda caso già appartenuta a Amenofi II (Amen-hotep). In conclusione, accennando a notizie dell’egittologo Donadoni in cui Israele persino partecipò a campagne belliche in Egitto ai tempi dei Persiani e a quelli di Bagoa, allora governatore di Giudea, in cui in Alto Egitto, a Elefantina, venne costruito tempio dedicato a Geova, se si vuole proprio credere veritiera la parola del biblista, la Legge dei padri fu, però, compilata quando i due scettri non avevano più influenza sulle province costiere: solo dopo Ramesse III, che sconfisse nel delta del Nilo i cosiddetti Popoli del Mare, solo allora si potè dichiarare che la regina Nefert-ari, moglie di Ra-messes, si fu infatuata di un certo Mosè, senza incappare nella vendetta dei faraoni contro la calunnia (ma forse di Mosè ne esistettero più di uno e, come scrisse il giornalista americano Lehrner, uno era solo egiziano: egli attraversò le paludi del Mar Rosso e fabbricò serpenti in rame nell’oasi sinaitica di Qetta con fonderie, appunto, egiziane). Una certa bestia ha diecimila occhi e orecchi dappertutto e riferisce tutto al visir.
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C
Ciao, complimenti per gli articoli molto belli sulla figura del serpente(molto amata anche da me). Essendo appassionata di simbologia li ho trovati molto interessanti, perchè non pubblichi anche i miti e le leggende che citavi nella prima parte dell'articolo?Magari ognuno in una pagina diversa, se pensi che potrebbe renderli più scorrevoli... Ancora complimenti per difendere una figura, anzi un povero animale che viene ingiustamente malvisto per credenze oltrettutto allegoriche(quindi da non prendere alla lettera)...Ancora complimenti!Ciao!:)
Rispondi
G
<br /> Grazie Claudia, mi fa piacere sapere che ci siano altre persone interessate alla simbologia del serpente.<br /> Per gli articoli separati sulle leggende, vedrò come posso fare, la cosa mi stuzzica (ho già un paio di articoletti pronti), ma in questo periodo sono abbastanza preso con le osservazioni in natura<br /> ...<br /> Grazie ancora!<br /> Ciao<br /> Greg <br /> <br /> <br />
U
Ciao Grégoire,istruttivo e coraggioso come sempre... Bisogna anche ricordare i culti celtici, e come presso i cinesi il dragone fosse una figura positiva.Lo sradicamento delle religioni precedenti (per il cristianesimo) ha avuto luogo anche con il "furto" delle date: il Natale che coincide con la grande festa celtica dell'equinozio d'inverno, la Pasqua con le feste pagane della primavera, ecc.Un libro molto interessante (senza essere specialistico) è "Le nebbie di Avalon", di Marion Zimmer Bradley (http://it.wikipedia.org/wiki/Le_nebbie_di_Avalon)Buona giornata.
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G
<br /> <br /> Grazie Nino per il sostegno.<br /> Hai perfettamente ragione, il cristianesimo, qui in Europa ha "rubato" parecchio ai Celti (i nostri antenati). Per il drago cinese, ho qualche cosa in preparazione... ma faccio una pausetta con<br /> la storia, per non annoiare...<br /> Grazie per il libro che consigli, vedrò di procurarmelo!<br /> Ciao<br /> Greg<br />  <br /> <br /> <br /> <br />
A
Come già si discuteva, un percorso simile è toccato anche all'orso, degradato da sovrano a pigro giullare.Non escludo che una sorte simile tocchi a tutti quegli animali in cui crediamo di vedere caratteristiche di noi stessi che non ci piace ammettere. Sottolineo crediamo di vedere. L'inespressività, il sangue freddo (in senso letterale) e il richiamo a simbolo fallico dei serpenti; il vigore e i tratti antropomorfi dell'orso.Il fatto che la religione, in particolare quella cristiano-giudaica, abbia avuto un ruolo in questi travisamenti può effettivamente turbare qualche animo, ma resta comunque un fatto.Begli articoli, Grégoire!Ciao!
Rispondi
G
<br /> Grazie Ale!<br /> Hai perfettamente ragione! Mi ricordo  che qualche anno fa ho assistito ad una conferenza sull'Uomo selvaggio, figura comune, anche questa, a molte culture, compresa quella ticinese. <br /> Anche qui quell'essere veniva descritto in modo piuttosto degradante (sporco, peloso, forse anche nudo,...), e ricordava tutto ciò che cerchiamo di non essere...<br /> Il discorso é ancora molto lungo...<br /> Ciao<br /> Greg <br /> <br /> <br />

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