Gli ex voto sono delle dimostrazioni, degli oggetti dati in regalo a delle divinità o degli dei. Le origini di questo modi di rapportarsi agli dei ha radici antichissime e praticate in numerose religioni.
Si può dire che l’ex voto é un ringraziamento che il credente fa alla divinità che lo ha protetto. Il credente ringraza pubblicamente e materialmente per la grazia che ha ricevuto.
Come accennato, già in culti precristiani, era pratica corrente praticare delle offerte, espresse con cibo, statue essenze, ecc., alla divinità venerata, sicuramente un modo per « tenercela buona ».
L’espressione religiosa esternata (e qui il discorso si estende anche alle pratiche religiose in comune) ha pure un ruolo importante dal punto di vista sociale, unisce la comunità e auita ad identificare i non praticanti, cosa importante in epoche teocratiche, in cui il non seguace veniva/viene isolato, perseguitato o eliminato.
Nella cultura ticinese gli ex voto sono molto presenti, e la civiltà contadina, di cui siamo il frutto, ha dovuto da sempre combattere con le insidie del territorio e della natura, spesso ostile, per cui logicamente si é rivolta ai santi, alla Madonna e al buon Dio per essere protetto, o per lo meno aver l’idea di esserne protetto.
Ancora fino alla metà del ‘900, farsi morsicare da una vipera mentre si falciava il fieno in cima ad un pascolo era potenzialmente fatale. Oltre a praticare delle cure totalmente sbagliate, incideva anche il fatto di essere totalmente isolati e a diverse ore di cammino da un medico che avrebbe potuto dare le prime cure (ma probabilmente pure queste prime cure erano più dannose che non il morso della vipera).
Consiglio a tutti gli interessati di sfogliare il libro: I vecchi e la montagna di Franco Binda.
Ci si trova numerose le testimonianze della vita contadina del nostro cantone, con varie interviste a chi ha vissuto di prima persona i tempi duri delle nostre valli.
Ma perché parlare di ex voto e di civiltà contadina? Semplicemente perché recentemente ho arricchito la mia collezione di oggetti inerente al serpente con un ex voto proveniente dal Messico. Questo dipinto su lamiera, proveniente dall’altra parte del mondo mi ha riportato alla mente gli ex voto, per cui le insidie che erano pressenti pure da noi.
Probabilmente le mie analisi simbologiche che seguiranno vanno ben oltre alla reale volontà espressiva del credente che l’ha realizzato.
Oltre alla figura della Vergine di Guadalupe, la divinità ringraziata, troviamo due animali, un serpente dall’aspetto demoniaco, chiaramente l’essere temuto da cui bisognava proteggersi, e un cavallo, cavalcato da una ragazza dai vestiti candidi e puri.
Cavallo e serpente… alcuni aspetti simbolici del serpente ve li ho illustrati in altri articoli, e la cosa interessante é che il cavallo ha una simbologia ambigua tanto quanto quella del serpente.
Pure il cavallo é ambivalente, viene visto come un essere nobile, intelligente e carico di sensualità (qui già per un certo puritanismo non va molto bene), ma pure come un entità istintuale, indomabile che incute angoscia, forse a causa della sua possenza. Va anche notato che secondo alcune tradizioni, il cavallo, ha la facoltà di prevvedere il futuro e di vedere ciò che l’uomo non vede.
Che dire della tradizione celtica che vede il cavallo-serpente sorgere dalle tenebre e terminare la sua corsa come cavallo alato ?
Sempre nella tradizione celtica, il cavallo incarna lo spirito del grano, la fecondità, legato all’immancabile Dea Madre di origine neolitica. La madre di tutti e di tutto, che vien fecondata dal serpente.
Nel nostro ex voto abbiamo quindi la temibile vipera cornuta (la morte) che ha spaventato il cavallo (colui che porta alla vita e alla morte) che scaraventa la ragazza al suolo. Grazie ad un miracolo prodigato della Vergine di Guadalupe, il serpente non morde la ragazza, lasciandola vivere.
Il padre ringrazia quindi la sua divinità protettrice con questa testimonianza per aver salvato la vita a sua figlia.
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