La vipera raddei (Montivipera raddei) prende il nome dal naturalista prussiano, deceduto nel 1903 a Tifilis in Georgia, Gustav Radde, che ne consegnò alcuni esemplari allo zoologo Böttger.
Questa robusta vipera, i cui maschi possono sfiorare il metro di lunghezza, mentre le femmine restano sugli 80 centimetri, vive nell’est della Turchia, nordovest dell’Iran, Azerbaijan e Armenia. Forse delle indagini naturalistiche nei travagliati territori circostanti, potrebbero estenderne la ripartizione.
L’habitat di questo serpente é montano, situato anche ad una quota che supera i 2000 metri sopra il livello del mare.
L’indole di questa vipera é mite, ma se disturbata sa farsi valere, soffiando rumorosamente per scoraggiare il predatore, prima di mordere per difendersi. Resta comunque un serpente piuttosto caratteriale.
Una particolarità che mi affascina parecchio in questo serpente, sono le squame sopraoculari, che gli conferiscono uno sguardo, a volte severo, e a volte quasi buffo. Il motivo dorsale è anche molto bello, avendo delle pronunciate macchie marroni contrastanti col fondo grigio, o nero di alcuni individui.
Perché vi parlo di questa vipere che vive ben lontano dal Ticino?
In primo luogo perché fa parte di un gruppo di vipere che mi affascina da sempre, il gruppo Montivipera, di cui ho la fortuna di poter allevare alcune specie, tra cui la Montivipera raddei.
In un secondo tempo perché recentemente ho arricchito la mia collezione di oggetti legati al serpente. In questo caso si tratta di una moneta commemorativa coniata in Armenia per sottolineare un programma di protezione della natura nelle zone del Caucaso.
Fortunatamente la vipera raddei è stata inclusa nella lista degli animali protetti e tutelati.
La cattura di animali da rivendere al mercato collezionistico, la persecuzione da parte di agricoltori e pastori che preferiscono eliminare un serpente potenzialmente pericoloso per loro e i loro animali da reddito, e soprattutto la distruzione dell’habitat di questo serpente, minacciano la sua sopravvivenza a lungo termine.
Fa piacere vedere una presa di coscienza, vedere che anche un animale che non sia uno scoiattolino carino o un uccellino simpatico venga preso come uno degli emblemi di un programma protezionistico. Stiamo finalmente arrivando ad una presa di coscienza importante, in cui non si tutela unicamente l’animale piacevole, ma si tutela l’intero equilibrio, equilibrio possibile unicamente grazie alla presenza di tutti gli abitanti dell’habitat preso in esame.
Nel caso della vipera raddei, è stato fatto un lavoro di campo importantissimo, eseguito da enti locali in collaborazione con associazioni statunitensi appoggiate da un importante giardino zoologico.
Sarebbe bello che anche nei nostri territori ticinesi si prendesse maggiormente coscienza dell’importanza della fauna “antipatica”. Che i vigneti del Mendrisiotto (tanto per fare un esempio lampane di habitat diventati ormai ostili a vipere e serpenti) venissero arredati con parcelle idonee alla vita di vipere. Con i dovuti accorgimenti, una convivenza pacifica è possibile, arricchirebbe la biodiversità e il valore naturalistico del nostro territorio.
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