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22 ottobre 2017 7 22 /10 /ottobre /2017 13:58

La stagione é stata piuttosto lunga visto il bel tempo che abbiamo avuto in ottobre. Forse nelle ultime settimane é mancata qualche precipitazione e diversi rettili sono rimasti nascosti  in posti umidi.

La fine dell'estate e l'inizio di autunno rimano con le nascite dei rettili. Quelli ovipari escono dalle uova deposte dalla madre qualche settimana prima, mentre i rettili ovovivipari vengono partoriti.

Inizio la carrellata di immagini proprio con un neonato di Lucertola vivipara (Zootoca vivipara):

La stagione finisce lentamente.

La livrea scura del piccolino é tipica e gli permette di mimetizzarsi tra le foglie secche delle piante erbacee. Nella foto sotto, un individuo adulto:

La stagione finisce lentamente.

Poco lontano dalle Lucertole vivipare un grosso maschio di Vipera aspis atra si scalda ai tiepidi raggi di sole di settembre.

La stagione finisce lentamente.

 

 

In questo periodo é pure possibile osservare con una certa facilità le mantidi religiose, qui di seguito due femmine piene di uova che si apprestano a deporre.

La stagione finisce lentamente.
La stagione finisce lentamente.

 

 

Mi sono concesso un'uscita negli habitat della Vipera berus, sperando di osservare qualche femmina in fine gestazione oppure qualche neonato. Son rimasto sorpreso nell'osservare questo splendido maschio che mi ha concesso un paio di scatti:

La stagione finisce lentamente.
La stagione finisce lentamente.

 

 

I neonati di Ramarro (Lacerta bilineata) cercano insetti e altre piccole prede per sfamarsi:

 

La stagione finisce lentamente.
La stagione finisce lentamente.
La stagione finisce lentamente.

 

 

Una passeggiata in terra di Vipera aspis atra mi permette di osservarne alcuni individui dai bei motivi dorsali:

 

La stagione finisce lentamente.

Femmina gestante con motivo che alterna zig-zag a motivi staccati a quelli più classici.

La stagione finisce lentamente.
La stagione finisce lentamente.

Sopra un bel maschio, mentre sotto una possente femmina gravida

La stagione finisce lentamente.

Nella foto seguente si può osservare una vecchia ferita ben rimarginata. Difficile capire cosa sia la causa... un predatore?

Ad ogni modo la vipera era in perfetta salute.

La stagione finisce lentamente.

 

 

La stagione é pure quella in cui facilmente si incontrano funghi:

La stagione finisce lentamente.
La stagione finisce lentamente.
La stagione finisce lentamente.
La stagione finisce lentamente.
La stagione finisce lentamente.
La stagione finisce lentamente.
La stagione finisce lentamente.
La stagione finisce lentamente.

Un grande maschio di Orbettino (Anguis veronensis). Tipico di questa specie e dei maschi é la presenza di squame blu intense che puntinano parte del suo corpo.

La stagione finisce lentamente.

 

 

I ragni sono belli grassi dopo una stagione di abbuffate...

La stagione finisce lentamente.
La stagione finisce lentamente.

 

 

 

...mentre le mosche vanno avanti a rimpinzarsi di lecornie varie...

La stagione finisce lentamente.
La stagione finisce lentamente.

 

 

Osservo alcune Vipera aspis francisciredi avvicinarsi alle zone strategiche dove passare l'inverno:

La stagione finisce lentamente.
La stagione finisce lentamente.

 

 

 

Sotto un giovane di Coronella austriaca che si prepara anche lei alla stagione inattiva:

La stagione finisce lentamente.

 

 

 

 

I girini terminano la metamorfosi e le piccole rane (Rana temporaria) escono dalle pozze:

La stagione finisce lentamente.

 

 

 

Termino l'articolo con questo cucciolo di Biacco (Hierophis viridiflavus) osservato il 19 ottobre mentre gironzolava in un prato...forse alla ricerca di cibo oppure di un posto sicuro dove trascorrere l'inverno:

La stagione finisce lentamente.

 

 

 

 

 

 

 

Copyright © Grégoire Meier 2017. Tutti i diritti sono riservati. E' vietata la riproduzione, anche parziale dei testi e delle foto.

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13 agosto 2017 7 13 /08 /agosto /2017 18:06

Il Colubro liscio (Coronella austriaca), è un serpente piuttosto comune in Ticino, lo si può osservare in vari ambienti, da quelli più incontaminati a quelli urbanizzati. L’importante è che abbia a disposizione nascondigli e cibo, composto da micro mammiferi e soprattutto lucertole.

Malgrado sia presente su tutto il territorio, questo serpente passa inosservato ed è per lo più sconosciuto da molti. Spesso chi lo vede lo confonde per una vipera…. é relativamente piccolo, una sessantina di centimetri di lunghezza, è marroncino o grigio con motivi dorsali scuri, per cui ben lontano dai conosciuti Biacchi neri, grandi e irruenti che tutti conoscono… e malgrado le 7 specie di serpenti presenti in Ticino, purtroppo le conoscenze di base si limitano a Scurson, Biscia d’acqua e vipera.

Coronella, un serpente poco conosciuto...tutto da scoprire!
Coronella, un serpente poco conosciuto...tutto da scoprire!

Ma torniamo al nostro Colubro liscio…la sua elusività oltre a renderlo sconosciuto alla maggior parte delle persone, lo rendono poco conosciuto anche agli appassionati. Onestamente in Ticino, difficilmente uno può decidere che oggi va ad osservare Coronelle… spesso il loro incontro è dovuto ad un puro caso e a semplice fortuna.

Come detto nell’articolo precedente, quest’anno ho avuto la fortuna di osservare diversi di questi serpenti. Probabilmente le condizioni meteo o altri fattori hanno fatto sì che io ne osservassi alcuni.

 

Da qualche mese ho anche la fortuna di poter allevare un paio di individui di questa specie, notando come abbiano una grande fiducia in se stessi, per nulla aggressivi ma curiosi e fiduciosi. Tale temperamento l’ho notato anche con animali osservati in natura, docili poco inclini alla fuga ma pronti a far fronte con qualche morso se necessario.

Coronella, un serpente poco conosciuto...tutto da scoprire!

Tutta questa premessa mi serve ad arrivare all’osservazione che ho fatto nei giorni scorsi.

Mentre percorrevo una stradina per raggiungere delle zone dove volevo osservare delle vipere, l’occhio mi casca su di una Coronella austriaca adagiata su di una sporgenza di una parete rocciosa.

Nulla di così strano se non per l’orario e l’assenza totale di sole.

La notte precedente è stata fresca, con una temperatura sui 10°C e prima che un raggio di sole potesse toccare e scaldare la roccia dove la Coronella stazionava, ci sarebbero voluti almeno ancora 45 minuti.

Sorprendentemente, a meno di 3 metri di distanza vedo una seconda Coronella, pure lei totalmente allo scoperto e immobile.

Coronella, un serpente poco conosciuto...tutto da scoprire!
Coronella, un serpente poco conosciuto...tutto da scoprire!

Mi avvicino per qualche foto, e come lo dimostrano quelle scattate con telefono, ho potuto poggiare la mano davanti a loro senza che ci fosse reazione se non lenti esplorazioni della lingua per capire la natura di quella mano che gli appariva improvvisamente davanti.

 

Dopo alcune fotografie, senza toccare i serpenti (per cui non ne conosco il sesso), proseguo la mia salita lungo un sentiero riflettendo a questo comportamento per trovare una risposta che non ho.

Coronella, un serpente poco conosciuto...tutto da scoprire!

In passato varie volte ho osservato Coronelle godersi i primi raggi di sole, anche nell’erba ancora umida della fresca rugiada notturna. Ho osservato Coronelle scaldarsi al sole caldo di mezzogiorno, spesso femmine gestanti. Ho osservato Coronelle cacciare di sera all’imbrunire. Per cui suppongo che questo serpente approfitti del calare del sole per infilarsi tra le pietre e stanare le lucertole che vi si sono rintanate per passare la notte.

 

Come interpretare che due Coronelle, di cui non conosco il sesso, ma nessuna delle due era gestante, per cui erano o dei maschi oppure delle femmine non riproduttive, stessero allo scoperto su di una pietra relativamente fresca ben 45 minuti prima che il sole le potesse scaldare e dalla reattività bassa, quindi “fredde”?

 

Aspettavano l’arrivo dei raggi del sole per poter riprendere vigore dopo una notte di caccia?

 

Erano uscite da poco dal loro nascondiglio e si piazzavano anticipatamente in un punto strategico, dove da li a meno di un’ora le lucertole avrebbe iniziato a circolare per raggiungere una zona dove scaldarsi, finendo prede delle Coronelle?

Coronella, un serpente poco conosciuto...tutto da scoprire!

 

 

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8 agosto 2017 2 08 /08 /agosto /2017 09:33

L'estate é arrivata, con picchi di caldo alternato a temporali che hanno portato a abbassamenti di temperature che si son poi rialzate... l'andamento meteo che ormai regna qui.

Le osservazioni estive sono state interessanti, con un certo numero di osservazioni di Coronella austriaca, serpente piuttosto elusivo. È con qualche immagine di questo colubro che inizio la carrellata di foto:

 

 

 

Estate 2017
Estate 2017
Estate 2017
Estate 2017
Estate 2017

Tutte le Coronella austriaca delle foto precedenti sono femmine gravide, che metteranno al mondo tra qualche settimana dei piccoli già completamente formati e indipendenti.

 

 

 

Estate 2017

Nelle fresche mattine dopo la pioggia é possibile osservare l'orbettino (Anguis veronensis), che vediamo nel suo habitat sopra e con un primo piano qui sotto.

Estate 2017

 

 

 

Il Biacco (Hierophis viridiflavus), serpente piuttosto comune alle nostre latitudini,  non é sempre facile da fotografare col grande caldo visto che facilmente ci vede da lontano.

Nella foto sotto un individuo in muta, riconoscibile dall'occhio "opaco" tipico del processo di muta:

Estate 2017
Estate 2017

Sopra e sotto un  Biacco dalla livrea bella e "tigrata".

Estate 2017
Estate 2017

Il Ramarro (Lacerta bilineata) si adatta a vivere nei muri a secco come nella foto sopra, restando comunque fedele al suo habitat preferito, dove si mimetizza nelle vegetazione e si protegge nei rovi, come sotto:

Estate 2017

 

 

 

 

Qualche giorno l'ho passato in una zona della Francia per osservare delle vipere dalla livrea particolare. Qui alcuni scatti degli incontri fatti:

 

Estate 2017

Nelle immagini sopra e sotto delle Lucertole vivipara (Zootoca vivipara).

Estate 2017
Estate 2017

Nella foto in alto un orbettino (Anguis fragilis), simile a quello che possiamo osservare in Ticino, ma appartenente ad un'altra specie.

 

 

 

 

 

Estate 2017

Poi  l'incontro con un maschio (sopra) e una femmina (sotto) di Vipera aspis atra dalla livrea denominata concolor per via dell'assenza dei tipici motivi dorsali che solitamente ornano le vipere.

 

Estate 2017
Estate 2017

Mentre osservo le vipere, le limacce si accoppiano in modo filamentoso ma sensuale....

Estate 2017

....mentre le chiocciole sembrano un po' più libertine. Se non sbaglio la chiocciola può "avere il ruolo" sia di maschio che di femmina...per cui in questo tris le possibilità sono diverse!

 

 

 

 

 

 

Estate 2017

Tornando in Ticino incontro un giovane maschio di Natrice dal collare (Natrix natrix).

 

 

 

 

 

 

 

Estate 2017

Femmina gravida di Vipera berus.

 

 

 

 

 

 

 

 

Estate 2017

Col caldo, certi giorni le mosche sono insopportabili... ma guardando attentamente questa che gironzolava vicino al piatto, noto che ha come un peso attaccato. Osservando da vicino vedo che ha un piccolo animale attaccato alle zampe posteriori.

Avevo letto che gli pseudoscorpioni (nel nostro caso sono minuscoli parenti degli scorpioni senza pungiglione) si aggrappavano alle mosche per spostarsi, ma non avevo mai osservato la cosa dal vivo. Credo che queste immagini siano poco comuni da vedere.

Estate 2017

 

 

 

Malgrado le osservazioni delle vipere francesi e gli altri incontri, resto sempre affascinato dalla bellezza delle vipere che vivono nelle nostre valli ticinesi. Qui di seguito alcune foto di Vipera aspis atra, tutte femmine osservate in giro per il cantone:

 

Estate 2017
Estate 2017
Estate 2017
Estate 2017
Estate 2017
Estate 2017
Estate 2017
Estate 2017
Estate 2017
Estate 2017

I ragni sono affamati e le vespe poliste hanno i nidi carici. Segno che l'estate é a buon punto.

Estate 2017
Estate 2017

 

 

 

Ancora vipere... vi lascio con la foto di due femmine di Vipera aspis francisciredi, un primo piano di una e con la livrea dorsale veramente notevole dell'altra:

Estate 2017
Estate 2017

 

 

 

 

 

 

Copyright © Grégoire Meier 2017. Tutti i diritti sono riservati. E' vietata la riproduzione, anche parziale dei testi e delle foto.

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12 giugno 2017 1 12 /06 /giugno /2017 15:23

L’estate è arrivata, in modo piuttosto violento, con temperature elevate. Contrariamente a ciò che si pensa, i serpenti non amano le temperature eccessive. Coi gran caldi, sfruttano le ore mattutine per scaldarsi, poi si rifugiano al fresco, e in caso di bisogno, rimettendosi al caldo per pochi minuti prima di rimettersi al riparo.

Malgrado queste temperature, con un po’ di tenacia, qualche osservazione è possibile. Qui ve ne mostro alcune.

L'estate inizia quasi!

 

 

Nellle foto sopra e le tre seguenti, Vipera aspis francisciredi, femmine gestanti che si scaldano al margine di un bosco, sfruttando i primi raggi di sole mattutini.

L'estate inizia quasi!
L'estate inizia quasi!
L'estate inizia quasi!

 

 

 

Nei vari giri, capita di imabttersi in altri animali, ma spesso non facili da fotografre...ci vorrebbero degli appostamenti per farlo bene, cosa che proprio non fa per me.

L'estate inizia quasi!

Sopra una faina (Martes foina) osservata (o lei osservava me) di notte mentre sotto uno scoiattolo (Sciurus vulgaris) che si é rifugiato al volo in un albero.

L'estate inizia quasi!
L'estate inizia quasi!

Le marmotte (Marmota marmota) sono vigili e pronte a rintanarsi appena un pericolo si avvicina.

 

 

 

 

 

 

 

L'estate inizia quasi!

Questo periodo combacia con il parto dei cervi, caprioli, camosci. È importante sapere che se ci si imbatte in uno di questi cucioli, apparentemente abbandonato, non bisogna toccarlo, anzi, meglio allontanarsi rapidamente in modo che la madre possa tornare ad allattarlo. Se lo si tocca, la madre lo abbandonerà, non riconoscnedolo più a causa dell'odore umano che gli abbaimo lasciato addosso.

Nella foto sopra un cucciolo di capriolo (Capreolus capreolus).

 

 

 

 

L'estate inizia quasi!

Gli orbettini (Anguis veronensis) si riparano presso materiale accatastato vicino a stalle e giardini, ambienti ricchi di lumache e lombrichi di cui vanno ghiotti.

 

L'estate inizia quasi!
L'estate inizia quasi!
L'estate inizia quasi!

Sempre presso giardini, é possibile osservare i ramarri (Lacerta bilineata). Nella foto sopra una femmina si scalda aggrappata ad una ramina.

 

 

 

 

 

 

 

L'estate inizia quasi!

Sopra un maschio di ramarro, mentre sotto una femmina.

L'estate inizia quasi!

 

 

 

 

L'estate rima anche con l'attivita frenetica dei ragni, intenti a mangiare per crescere e riprodursi:

L'estate inizia quasi!
L'estate inizia quasi!
L'estate inizia quasi!
L'estate inizia quasi!
L'estate inizia quasi!

 

 

 

 

Tra i serpenti più discreti del Ticino, il colubro liscio (Coronella austriaca) la vince. Nelle foto seguenti degli individui maschio, il primo in muta, come ce lo suggerisce l'occhio opaco, tipico di questo momento, mentre l'altro con colori sgargianti:

L'estate inizia quasi!
L'estate inizia quasi!
L'estate inizia quasi!

 

 

 

 

Gironzolando nelle zone umide, oltre a qualche biscia dal collare che fugge rapidamente, si possono osservare anfibi, come la rana (Rana temporaria) seguente...

L'estate inizia quasi!
L'estate inizia quasi!

...e alcune affascinati piante carnivore. Sopra Drosera rotundifolia e sotto Pinguicula leptoceras.

L'estate inizia quasi!

 

 

 

Incontrare il Colubro di Esculapio (Zamenis longissimus) é sempre un gran piacere. Animale possente ma discreto, placido e calmo.

Nella prima delle due foto seguenti un maschio in posizione difensiva, mentre nella seconda il ritratto di una femmina.

L'estate inizia quasi!
L'estate inizia quasi!

 

 

 

 

 

Gli insetti sono indaffarati ad accoppiarsi e moltiplicarsi...

L'estate inizia quasi!

Sopra le vespe Polistes screscono lentamente mentre sotto, le api domestiche si spostano in banda...

L'estate inizia quasi!
L'estate inizia quasi!

Alcuni insetti fanno le ammucchiate, mentre altri sono più tradizionalisti.

L'estate inizia quasi!
L'estate inizia quasi!

La Polygonia c-album, nella foto sopra, é una delle mie farfalle preferite... forse per invidia, le due farfalle delle foto sotto hanno rovinato le ali per affascinarmi...

L'estate inizia quasi!
L'estate inizia quasi!
L'estate inizia quasi!

Sopra un bruco che si finge legnetto, mentre sotto, una foglia sembra particolarmente comoda visto la riunione di cavallette che ci staziona sopra.

L'estate inizia quasi!

Sotto una cavalletta che ha appena finito la muta.

L'estate inizia quasi!

 

 

 

 

Nei vari giri fatti, mi son recato in un habitat dove avevo già osservato Vipera berus. Con una certa sorpresa ho potuto osservare un maschio di Vipera aspis francisciredi proprio dove solitamente osservavo Vipera berus. Zone dove le due specie si incontrano sono conosciute in vari paesi come Francia, Italia, Slovenia e Svizzera, quindi nulla di eclatante. Nei medesimi paesi vi è pure stata osservata la simpatria tra altre specie di vipera.

Con ogni probabilità, il maschio di Vipera aspis é capitato nell'habitat della Vipera berus mentre era intento a cercare una femmina con cui accoppiarsi. Vedremo nei prossimi anni se la aspis si stabilizza in questi territori.

 

 

L'estate inizia quasi!
L'estate inizia quasi!
L'estate inizia quasi!

Nelle tre foto sopra Vipera aspis francisciredi, maschio.

 

 

Nelle tre foto sotto Vipera berus, femmina gravida in muta.

 

L'estate inizia quasi!
L'estate inizia quasi!
L'estate inizia quasi!

 

 

Concludo questo giro con la foto di una Vipera aspis francisciredi, una femmina gravida. Queste vipere, non sempre facili da osservare, riservano sempre sorprese. A volte per la delicatezza e discrezione dei loro colori e motivi dorsali, come lo si vede negli individui all'inizio di questo articolo, altre volte... guardatevi la foto sotto!

L'estate inizia quasi!

 

 

 

 

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27 maggio 2017 6 27 /05 /maggio /2017 16:03

Mi permetto di divagare un po’, uscire dal solito tema dedicato ai nostri serpenti.

Erano anni che sognavo di potermi recare in Africa per visitare i Gorilla di montagna (Gorilla beringei beringei). Il termine visitare è proprio idoneo, in quanto un incontro con questi nostri cugini va oltre alla semplice osservazione di un animale, il loro aspetto simile al nostro, la loro organizzazione sociale e il loro carisma personale sprigionano qualche cosa di particolare, di forte.

Chiaro, son forse anche sensazioni personali, coltivate in quasi trent’anni in cui ho letto i libri di George Schaller, Dian Fossey e altri studiosi di questi primati.

Il primo impatto con il Ruanda è sorprendente, Kigali, la capitale, è una città molto pulita, come lo è tutto il resto del paese. Le colline separano i vari quartieri della città alternando zone con costruzioni datate ad aree in qui la modernità è all’avanguardia.

Rwanda, un sogno realizzato!
Rwanda, un sogno realizzato!

Il secondo impatto, sempre sorprendente, è la visita al Genocide Memorial Centre di Kigali, dove vi sono sepolti i resti di 250 mila persone trucidate durante il genocidio del 1994 che provocò la morte di oltre un milione di Ruandesi nel giro di 100 giorni. Malgrado la mia reticenza a visitare un memorial, con museo annesso, devo ammettere che ne sono uscito sereno. Il popolo ruandese ha mostrato, e mostra tutt’ora, di poter superare delle atrocità organizzate dalle potenze occidentali e coloniali. Le divisioni etniche organizzate e inventate dai coloni negli anni ’50, per togliere potere e diritti a chi si opponeva, e il menefreghismo delle Nazioni Unite e di gran parte del mondo, durante i massacri del ’94, hanno forse rinforzato nei ruandesi la loro unità, facendoli superare l’odio personale generato dall’orrore. Invece che vendetta, si è optato per perdono e dimenticanza, questo per il bene della pace nel paese e della sua ricostruzione.

Rwanda, un sogno realizzato!
Rwanda, un sogno realizzato!

Dopo queste visite, che mi hanno permesso di capire meglio il contesto politico e umano del paese, son partito verso Ruhengeri, città poco lontano dalla catena vulcanica dei Monti Virunga.

L’impazienza è tanta, non vedo l’ora di inoltrarmi nel Parc national des Volcans, cosa che farò i giorni seguenti.

 

Rwanda, un sogno realizzato!
Rwanda, un sogno realizzato!

Monte Gahinga e Monte Muhabura.

 

 

 

 

 

 

 

 

Rwanda, un sogno realizzato!

Finalmente si parte all'incontro dei gorilla. Per raggiungere il parco nazionale bisogna serpeggiare tra centinaia di metri di terra coltivata con piretro, patate e altri ortaggi. Sopra un "accampamento" in cui il contadino passa la notte per sorvegliare i campi e spaventare i bufali che potrebbero devastare il raccolto, mentre sotto si vedono le tracce lasciate dai gorilla sui tronchi di eucalipto da dove hanno strappato la corteccia per cibarsene.

Rwanda, un sogno realizzato!
Rwanda, un sogno realizzato!

I confini del Parc national des Volcans é segnato da un muro in pietra vulcanica, muro che dovrebbe impedire ai bufali di uscirne. Una volta varcata questa barriera ci si inoltra in una fitta foresta di bambù.

Rwanda, un sogno realizzato!
Rwanda, un sogno realizzato!

Poco dopo aver traversato i bambù si scorgono i gorilla. La prima foto non é molto buona.... ma é stato il primo gorilla che ho visto. Malgrado il guardiaparco continuasse a farci segno di avanzare, tutti quenti ammiravamo questo scorcio di giungla in cui si intravvedevano questi due membri di una famiglia ben più numerosa.

Rwanda, un sogno realizzato!

I gruppi di gorilla sono generalmente composti da un capobranco, un maschio sessualmente maturo e dominante, chiamato silverback per via della sua schiena color grigio argento. Questo gorilla oltre che proteggere i componenti del gruppo ha anche il diritto di accoppiarsi con tutte le femmine che lo compongono. In alcuni gruppi i silverback sono più di uno, possiamo dire il dominante e i suoi aiutanti. In questi casi ufficialmente solo il dominante può accoppiarsi con le femmine, poi nel fitto della vegetazione probabilmente avvengono delle scappatelle tra gli altri silverback e alcune femmine.

Il maschio dominante oltre ad avere un fisico possente, deve avere un carisma che gli permette di mantenere la pace tra i vari membri del gruppo… placare le liti tra femmine, far calmare gli adolescenti turbolenti, scegliere il posto dove mangiare, dove dormire e numerose altre responsabilità.

 

Vi lascio qualche immagine del gruppo Hirwa, composto da 16 membri guidati dal silverback Munyinya.

 

Rwanda, un sogno realizzato!
Rwanda, un sogno realizzato!
Rwanda, un sogno realizzato!
Rwanda, un sogno realizzato!
Rwanda, un sogno realizzato!
Rwanda, un sogno realizzato!

I cuccioli sono curiosi e cercano di avvicinarsi a noi e toccarci. Giustamente i guardiaparco li respingono con vocalizazioni ben comprensibili.

Rwanda, un sogno realizzato!
Rwanda, un sogno realizzato!
Rwanda, un sogno realizzato!

Munyinya, il silverback, é decisamente stanco come lo si vede nella foto sopra. I guardiaparco ci dicono scherzosamente che la stanchezza é dovuta al "gran lavoro" che svolge con le femmine del branco... l'alto numero di cuccioli presenti nel gruppo sembrano confermare la cosa!

Rwanda, un sogno realizzato!
Rwanda, un sogno realizzato!
Rwanda, un sogno realizzato!
Rwanda, un sogno realizzato!
Rwanda, un sogno realizzato!
Rwanda, un sogno realizzato!

La foto sopra é per mostrare che noi visitatori veniamo tollerati molto bene e ci vien concesso di stare molto vicini al gruppo. I ranger ci danno comunque alcune regole comportamentali da seguire per non creare problemi.

Rwanda, un sogno realizzato!

Lasciamo tranquilli i Gorilla e ridiscendiamo nella foresta di bambù per abbandonare il parco nazionale.

Rwanda, un sogno realizzato!
Rwanda, un sogno realizzato!

Il pomeriggio é dedicato ad un po' di paesaggi, coi laghi Ruhondo e Burera dove osservo alcuni insetti e aracnidi.

Rwanda, un sogno realizzato!

Sopra una cetonia, mentre sotto vi sono delle larve di cicaline o simili.

Rwanda, un sogno realizzato!
Rwanda, un sogno realizzato!
Rwanda, un sogno realizzato!
Rwanda, un sogno realizzato!
Rwanda, un sogno realizzato!
Rwanda, un sogno realizzato!
Rwanda, un sogno realizzato!
Rwanda, un sogno realizzato!
Rwanda, un sogno realizzato!

Gli scinchi (Mabuya striata) si scaldano tra le pietre vulcaniche dei muretti a secco, proprio come lo fanno le nostre comuni lucertole.

 

 

 

 

 

 

 

Rwanda, un sogno realizzato!

Ora vi racconto un po’ come avvengono i preparativi per inoltrarsi nel parco nazionale dei vulcani.

Ogni mattina ci si ritrova al “campo base” dove vengono organizzate le varie visite ai gruppi di gorilla e gli altri itinerari all’interno del parco.

In questa ora si acquistano i permessi per accedere al parco, si sorseggia un caffè intrattenuti da un gruppo di danzatori.

L’accesso al parco nazionale non è libero ed è obbligatorio essere seguiti da un guardiaparco che conosce l’itinerario, i sentieri e saprà proteggerci da eventuali incontri coi bufali (forse l’unico pericolo presente assieme all’elefante).

I gruppi di scimmie che possono essere visitati dai turisti sono monitorati, per cui quotidianamente, prima dell’arrivo dei visitatori vi sono dei ranger che li hanno pistati, cosa relativamente semplice sapendo dove hanno passato la notte.

La visita al gruppo di gorilla o cercopiteco é limitato ad un'ora, per cui il disturbo quotidiano é limitato nel tempo e fatto solo a gruppi abituati alla presenza umana da molto tempo. Ho notato che c'è un certo disinteresse nei nostri confronti da parte delle scimmie. Veniamo quasi totalmente ignorati.

Ammetto che una tale organizzazione mi ha lasciato piuttosto sorpreso, come mi ha lasciato sorpreso il numero di visitatori che quotidianamente visitano il parco nei mesi di giugno, luglio ed agosto. Un centinaio di persone al giorno!

Questo gran numero di turisti genera delle entrate finanziarie notevoli, che sono visibili nelle infrastrutture (strade, marciapiedi, fontane, ecc.) presenti nelle città e campagne circostanti.

Nelle ore passate camminando nella foresta o la sera ammirando i vulcani, su cui è segnato il confine del parco in modo netto e incisivo, quasi in modo brutale, riflettevo sulla politica vincente di un tale compromesso.

Oggi il Ruanda ha eliminato (quasi totalmente) il bracconaggio dal parco facendo capire alla popolazione che il parco vale di più da integro, che il bufalo e il gorilla valgono di più da vivi e liberi che non come trofei da vendere ad un occidentale alla ricerca di esotico. Si guadagna di più tutelando la foresta, tutelando una famiglia di gorilla piuttosto che trucidarla per rapirne un cucciolo da vendere a trafficanti di animali.

Rwanda, un sogno realizzato!
Rwanda, un sogno realizzato!

Una nebbiosa mattina si parte per osservare il cercopiteco dorato (Cercopithecus kandti), piccola scimmia che vive solo nella foresta dei Virunga, per cui a rischio di estinzione per l’esiguità del suo territorio. Abbiamo la fortuna di visitare un gruppo che viene studiato dalla primatologa Susan Wiper che ci spiega alcuni comportamenti che abbiamo la fortuna di osservare, come accoppiamenti e ricerca di cibo. La nebbia rende questo incontro affascinate.

 

Rwanda, un sogno realizzato!
Rwanda, un sogno realizzato!
Rwanda, un sogno realizzato!
Rwanda, un sogno realizzato!
Rwanda, un sogno realizzato!
Rwanda, un sogno realizzato!

Personaggio per alcuni versi controverso, Dian Fossey è sicuramente la persona che bisogna ringraziare per aver fatto conoscere al mondo i Gorilla di montagna e la loro fragilità e soprattutto per averli salvati dall’estinzione. Iniziò a studiare i gorilla negli anni ’60, fondando il centro di ricerca Karisoke nel 1967, ad una quota di circa 3000 metri nel cuore del Parc des Volcans. Oltre ad aver vissuto a stretto contato coi Gorilla di montagna e quindi averne potuto osservare comportamenti, abitudini e organizzazione sociale, si è battuta contro il bracconaggio. Fu assassinata nel 1985 a Karisoke dove vi fu sepolta.

Avendo sempre ammirato il lavoro di Dian Fossey, ci tenevo a raggiungere Karisoke, respirare l’atmosfera di quel posto, rendermi conto della determinazione di quella donna che decise di creare il suo campo base in un posto isolato.

 

Karisoke è stato abbandonato vari anni fa e i ribelli del Congo (mi è stato detto) hanno saccheggiato il centro abbandonato asportando praticamente tutto il materiale utilizzabile. La natura, la foresta ha ripreso il sopravvento.

Rwanda, un sogno realizzato!
Rwanda, un sogno realizzato!
Rwanda, un sogno realizzato!
Rwanda, un sogno realizzato!

Il sentiero che ci conduce a Karisoke é a tratti ripido e, malgrado le scarse piogge dei giorni precedenti, piuttosto fangoso. Per questa gita oltre che dal guardiaparco, sono accompagnato da alcuni turisti di una certa età, per cui si procede in modo rilassato e si ha il tempo di ammirare paesaggi, vegetazione e avere la fortuna di scorgere un Gorilla di montagna in cima ad un albero come si intravvede nella foto sotto.

Rwanda, un sogno realizzato!
Rwanda, un sogno realizzato!
Rwanda, un sogno realizzato!
Rwanda, un sogno realizzato!
Rwanda, un sogno realizzato!
Rwanda, un sogno realizzato!

La vegetazione cambia man mano ci eleviamo di quota. A nostra sorpresa scorgiamo ancora un gorilla che ci osserva transitare sul sentiero.

Rwanda, un sogno realizzato!
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Rwanda, un sogno realizzato!

La nebbia si dissipa per alcuni minuti lasciandoci ammirare il Monte Karisimbi (spero sia lui e non in Visoke che dovrebbe essere dalla parte opposta), segno che siamo molto vicini a centro di ricerca Karisoke, o meglio di quel che ne resta, come potete vedere nelle foto successive.

Rwanda, un sogno realizzato!
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A Karisoke vi è il cimitero dei gorilla, spesso uccisi dai bracconieri, dove vi é sepolta, secondo le sue volontà, anche Dian Fossey.

Poco lontano si aggira furtivamente una femmina di gorilla col suo cucciolo, probabilmente il resto del gruppo é poco lontano. Nulla di eccezzionale, Karisoke é nato in mezzo alla foresta, foresta che ha inghiottito il centro ormai disabitato da anni, ma fa sorridere vedere un gorilla aggirarsi in mezzo a questi spazi. La vegetazione coi licheni, la nebbia, i gorilla, l'autosuggestione... l'atmosfera é particolare.

Rwanda, un sogno realizzato!

 

 

 

Karisoke oggi si trova nella città di Musanze (Ruhengeri) a diversi chilometri di distanza dal parco nazionale. Nel suo interno vi si trova diversa documentazione e alcuni oggetti salvati dal Karisoke originario.

The Dian Fossey Gorilla Fund (originariamente Digit Fund creato dalla Fossey) oggi opera sempre sul territorio con con studi e ricerche sui primati, progetti di aiuto sociale e altre attività che hanno come scopo la protezione dei gorilla di montagna.

Rwanda, un sogno realizzato!
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Rwanda, un sogno realizzato!

 

 

 

Lo scopo del viaggio non é stata la ricerca di serpenti o rettili, ma come potevo non fermarmi ad ammirare alcuni camaleonti che ho incrociato e scoperto nella vegetazione?

Vi lascio con le immagini dei diversi camaleonti, identificati come Trioceros rudis, che ho incontrato:

 

Rwanda, un sogno realizzato!
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Rwanda, un sogno realizzato!
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Sopra Monte Gahinga e Monte Muhabura, mentre sotto Monte Sabyinio. Non facile vederli qualsi liberi da nebbia in questo periodo che segna la fine della stagione delle piogge.

Rwanda, un sogno realizzato!
Rwanda, un sogno realizzato!
Rwanda, un sogno realizzato!

 

 

 

Seguono le immagini de un altro gruppo di Gorilla di montagna che ho avuto la fortuna di visitare, il gruppo Ntambara, composto da un silverback dominante, altri silverback, diverse femmine, alcuni cuccioli di cui uno con pochi mesi di vita. Pure questa volta la famiglia sembrava essere rilassata e indaffarata a spulciarsi a vicenda senza preoccuparsi della nostra presenza.

Rwanda, un sogno realizzato!
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Rwanda, un sogno realizzato!
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Rwanda, un sogno realizzato!
Rwanda, un sogno realizzato!
Rwanda, un sogno realizzato!
Rwanda, un sogno realizzato!
Rwanda, un sogno realizzato!

Spero che malgrado questo articolo sia fuori tema, non vi siate annoiati.

Io ho realizzato un sogno, un sogno che ha potuto essere realizzato grazie a persone e organizzazioni che si battono quotidianamente per la tutela dell'ambiente, la salvaguardia della natura e delle specie.

Nonostante io sia già dell'idea che per tutelare la natura non bisogna solo imporre limitazioni alla gente a cui non importa della natura come importa a me, quest'esperienza, il Ruanda mi hanno chiaramente mostrato che per tutelare un parco nazionale, e le specie in via di estinzione che vi ci vivono, é importante che chi vive tutt'attorno non senta solo l'oppressione del parco coi limiti che impone, ma trovi pure un beneficio.

Mi auguro che i Virunga restino intatti ancora a lungo, che i gorilla prosperino e che un domani io possa tornare a far visita a questi cugini e incrociare nuovamente il mio sguardo al loro.

 

Per aiutare i gorilla e alcuni progetti locali si può dare il proprio sostegno a The Dian Fossey Gorilla Fund

 

Rwanda, un sogno realizzato!

 

 

 

Copyright © Grégoire Meier 2017. Tutti i diritti sono riservati. E 'vietata la riproduzione, anche parziale dei testi e delle foto.

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