Diverse volte all’anno i serpenti “cambiano pelle”, questo fenomeno vien chiamato ecdisi o più comunemente muta.
Contrariamente ai mammiferi che si “desquamano” continuamente e in modo meno appariscente, i serpenti si sbarazzano delle cellule superficiali dell’epidermide in un colpo solo. Il numero di volte all’anno in cui questo fenomeno avviene, dipende dalla specie, dall’età e dallo stato di salute del serpente. Individui giovani ed in crescita mutano più regolarmente che non un individuo adulto. Ad esempio una Vipera aspis adulta muta due o tre volte all’anno.
Il fenomeno della muta è pure influenzato da fattori ormonali, come ad esempio il periodo degli accoppiamenti o della deposizione delle uova.
Vipera aspis atra. Notate l'opacità della sua livrea, sintomo che é prossima a sbarazzarsi dell'esuvia.
La muta vien preceduta da un paio di settimane di “preparazione”, in cui lo strato di epidermide superficiale si separa da quella profonda. Per favorire questa separazione, tra i due strati di epidermide viene a crearsi un sottilissimo strato di liquido opaco, che possiamo facilmente notare nell’aspetto lattiginoso degli occhi e in una certa opacità generale del serpente.
Hierophis viridiflavus dallo "sguardo lattiginoso".
Dopo qualche giorno questo liquido viene riassorbito per lasciare spazio a dell’aria. Nei giorni che precedono la muta, il serpente, ha bisogno di mantenere una temperatura corporea relativamente alta e gli occorre una certa umidità per favorire la cheratinizzazione del nuovo strato di pelle. In questo periodo, i serpenti diventano irascibili e non si alimentano, sicuramente per motivi pratici, visto che hanno la vista annebbiata dal liquido lattiginoso.
Vipera aspis atra con l'occhi opaco.
Una volta finito questo ciclo di rigenerazione cutanea, il serpente inizia a staccare l’esuvia (la vecchia pelle, per intenderci) a partire dalla bocca, strofinandosi a rami, pietre e altre superfici solide, finché ha liberato la testa, poi strisciando e con movimenti e pressioni del corpo, incaglia l’esuvia a oggetti circostanti per poi sfilarsi dal vecchio rivestimento corneo (un po’ come noi facciamo togliendoci le calze).
Esuvia di colubro come spesso ne possiamo osservare.
Alla fine dell’operazione troviamo da una parte un serpente bello, lucido e brillante, e dall’altra un calco vuoto su cui possiamo vedere tracce dell’ornamentazione del serpente e osservare l’impronta delle squame, incluse quelle che rivestono l’occhio.
Sulla parte della testa dell'esuvia possiamo osservare l'impronta delle squame che ricoprono l'occhio (quelle rotonde).
Esuvia di Vipera aspis su cui vediamo bene i motivi dorsali dell'individuo.
Qualche curiosità.
-Si stima che l’esuvia è lunga circa il 7% in più della lunghezza del serpente che la lasciata alle spalle.
-L’esuvia è un buon cicatrizzante naturale e veniva usata da popoli primitivi da applicare sulle ferite.
-Il serpente “cambia pure la pelle” della parte biforcuta della lingua e degli organi genitali.
Esuvia fotografata nella zona della cloaca, le parti arancioni coincidono con gli emipeni (organi genitali maschili).
-Credo che i periodi di muta siano influenzati dalla luna (come molti altri avvenimenti naturali). Ho notata in alcune popolazioni di vipere una sincronia nella muta, in determinati giorni l’80% degli individui osservati erano in fase di muta.
Qui di seguito vi propongo delle foto di serpenti che ho fotografato prima e dopo la muta, vedrete che la differenza é notevole.
Vipera aspis atra, melanica. In questo caso non si tratta del medesimo individuo, ma vedrete la differenza che può avere il colore nero.
Prima...
...e dopo.
Vipera aspis francisciredi. In questo caso l'individuo é il medesimo. La foto di quando era in fase di muta é stata scattata il 18 giugno, mentre la seconda foto il 16 di agosto.
Prima...
...dopo.
Altra Vipera aspis francisciredi fotografata a 3 giorni di distanza.
Prima...
...dopo, qui la differenza salta agli occhi!!
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